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Perché è così importante controllare l’ansia e lo stress nei pazienti che soffrono di asma bronchiale?

E’ noto che in tutti i paesi industrializzati le patologie allergiche respiratorie (in particolare l’asma) e le
condizioni cliniche riconducibili a stress psicologico costituiscono un importante problema sanitario.
Essendo le due patologie molto diffuse nella popolazione generale è da ritenersi probabile che, in molti
pazienti, esse possano sovrapporsi in modo casuale. Ci sono però molti dati della letteratura che
dimostrano la mutua interferenza delle due patologie in senso, per lo più, peggiorativo per entrambe.
Una condizione di stress/ansia/depressione dei genitori è in grado, già dalle prime fasi della vita, di
facilitare l’insorgenza di asma nei bambini, e ciò mediante complessi meccanismi immunologici,
neurovegetativi o infiammatori. La persistenza di stress nell’ambiente di vita del soggetto facilita
l’instaurarsi di stress/ansia a livello individuale (in tutte le età della vita) con conseguente peggioramento
della gravità della malattia asmatica e delle possibilità di controllo dei sintomi con i farmaci disponibili.
In altre parole, negli individui con elevati livelli di ansia/stress i farmaci anti-asmatici funzionano meno
bene. Inoltre, non è da escludersi anche una situazione opposta e cioè che un paziente con importanti
sintomi respiratori ostruttivi (poco controllati dai farmaci!) possa vedersi peggiorare la sua condizione
ansiosa per una evidente (e comprensibile) preoccupazione circa il suo stato di salute. I dati della
letteratura ci dimostrano che lo stress e l’ansia sono in grado di condizionare l’andamento dell’asma
anche mediante altri meccanismi. Tali pazienti infatti, molto spesso, come accade nelle patologie
croniche, possono avere difficoltà ad effettuare in maniera costante il trattamento farmacologico
prescritto. Ciò comporta una scarsa aderenza alle terapie anti-asma prescritte dal medico oppure, nel caso
di genitori di minori asmatici, una insufficiente attenzione che i bambini / adolescenti assumano le terapie
prescritte. La mancata (o incompleta) assunzione dei farmaci determina l’inevitabile peggioramento dei
sintomi respiratori e, verosimilmente, anche di quelli legati all’assetto psichico. La mancata presa di
coscienza (e cura) della propria condizione asmatica si riflette anche su comportamenti / stili di vita che
sono incompatibili con una corretta gestione “extra farmacologica” della malattia. Il fumo di sigaretta (o
l’assunzione di sostanze stupefacenti), l’alimentazione non idonea con conseguente obesità, lo scarso
esercizio fisico sono ben noti fattori in grado di peggiorare il controllo dell’asma indipendentemente dal
corretto uso di farmaci.
Nella figura 1 sono stati indicati i principali fattori connessi a una condizione di stress / ansia e in grado di
influenzare il decorso della malattia asmatica.
In conclusione, i dati della letteratura ed i riscontri derivati dall’ attività clinica quotidiana sono concordi
nel riconoscere che stress / ansia peggiorano in modo rilevante il decorso ed il controllo dell’asma. E’
evidente infine la necessità di non trascurare il riconoscimento, la gestione e il monitoraggio di tali
problemi come elemento indispensabile nel management a lungo termine dell’asma.